Nel novero dei generi cameristici occidentali il Trio con Pianoforte è stato a lungo tra quelli che hanno goduto di miglior salute, nonostante la poco omogenea sonorità delle sue componenti timbriche così diverse tra loro, cosa denunciata apertamente tra gli altri da P.I.Ciaikovski in una sua lettera alla sua amica e mecenate Nadezda von Meck del novembre del 1880: “I miei organi uditivi sono fatti in modo tale da non poter assolutamente ammettere alcuna combinazione del pianoforte con un violino o un violoncello. Per me i diversi timbri di questi strumenti si combattono ed è, vi assicuro, una vera tortura ascoltare un trio o una sonata con il violino o il violoncello”, e venendo più specificamente a parlare del Trio con Pianoforte aveva aggiunto: “Un Trio presuppone uguaglianza di diritti e omogeneità, come avviene nel Trio per Archi. Ma come può esistere una tale omogeneità fra strumenti ad arco da una parte e il pianoforte dall’altra?”.
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1. Paolo Manfrin – Ringraziamenti
2. Paolo Manfrin – Introduzione generale
3. F.J. Haydn – Trio n.39 in Sol Maggiore, Hob.XV25
4. F.J. Haydn – Trio n.39 in Sol Maggiore, Hob. XV25 – Poco adagio, cantabile
5. F.J. Haydn – Trio in Sol Maggiore, Hob. XV25 – Rondò all’Ongarese. Presto
6. Paolo Manfrin – Introduzione al Trio op.1 n.3 di L. van Beethoven
5. F.J. Haydn – Trio in Sol Maggiore, Hob. XV25 – Rondò all’Ongarese. Presto
7. L. van Beethoven – Trio n.3 in do minore, Op.1 n.3 – Allegro con brio
8. L. van Beethoven – Trio n.3 in do minore, Op.1 n.3 – Andante cantabile con variazioni
9. L. van Beethoven – Trio, n.3 in do minore, Op.1 n.3 – Menuetto. Quasi Allegro
10. L. van Beethoven – Trio n.3 in do minore, Op.1 n.3 – Finale. Prestissimo
11. Paolo Manfrin – Con il senno di poi